L’età contemporanea è contraddistinta dall’invadenza delle parole. Viviamo in un mondo fatto di rumori e abbiamo perso la cognizione del silenzio, trasformatosi da pregio a difetto, da valore a demone.
Le parole si accatastano in massa e perdono il loro scopo primario che è quello di comunicare. Se esse non provengono dal silenzio perdono la loro efficacia per trasformarsi soltanto in suoni. Rumori indistinti. Rumore di fondo.
Nel silenzio è possibile trascendere ogni forma di linguaggio stereotipato perché possiamo addentrarci nella dimensione del meta linguaggio, dove non scadiamo in luoghi comuni estetici o di pensiero, dove possiamo non farci condizionare dalla mentalità corrente.
La mente non teme il vuoto se lo conosce. La paura del silenzio della nostra contemporaneità nasce dalla sofferenza dell’individuo a percepirsi come solo. La paura di un silenzio che diventa paura di Sé.
Compito dell’uomo contemporaneo è riappropriarsene, perché unico motore del progresso, civile, etico e personale, il nucleo fondante da cui scaturisce la creazione di qualcosa di veramente libero e di veramente nostro.
Rinunciare al silenzio significa rinunciare a se stessi.
The contemporary age is characterized by the invasion of words. We live in a world of noise in which we lose track of silence for it turns from a virtue to a flaw, from a value to a demon.
Words pile up in mass and lose their primary purpose which is to communicate. If they can’t come from silence they lose their effectiveness for they only turn into sounds. Indistinct chattering. Background noises.
Silence creates the opportunity to transcend all forms of stereotypical language because one can deeply enter the meta-linguistic dimension: here we don’t fall into clichés, whether aesthetic or ideal . Here we can’t be influenced by common mentality.
The mind does not fear the void if it knows it. The fear of silence in our times arises from the suffering of individuals to perceive themselves as alone. The fear of silence becomes fear of Self. The contemporary man’s task is to repossess silence as it is the only engine of progress: civil, ethical and personal, the core foundation from which flows the creation of something truly free and truly ours.
Giving up silence means giving up oneself.