L’arte abbraccia il sogno

Mostra collettiva con Alessandro Maggiorino, Ella Marciello, Chiara Quaglia e Roberto Sartori.

Sabato 26 Ottobre alle h 18 presso SPAZIO 100 si terrà l’inaugurazione della mostra collettiva “L’arte abbraccia il sogno” con opere di Alessandro Maggiorino, Ella Marciello, Chiara Quaglia e Roberto Sartori.

La mostra

Il tema dominante di questa collettiva è il sogno, come cartina al tornasole delle capacità di vedere e ricreare la realtà. Un trait d’union tra gli artisti inteso sia come realizzazione individuale, sia come suggestione proveniente dal mondo onirico.

Nelle opere di Ella Marciello e Alessandro Maggiorino predomina l’adesione ad una realtà quasi impalpabile, percepita nelle diverse sfaccettature legate ai momenti di vita dell’artista. Realtà interiori che si trasfigurano in colori forti, stesi sulla tela anche con il corpo, per Marciello ed in bianchi graffiati da intense figure doloranti di colore per Maggiorino.

Le opere di Chiara Quaglia trasmettono la forza della terra, cristallizzata in un istante che dura invece 24 ore, ma con un forte richiamo tra l’antico ed il moderno; un minimalismo archeologico passato-presente che stimola le sensazioni di chi le osserva.

Nelle foto di Roberto Sartori l’esplorazione urbana di Torino raggiunge frontiere oniriche, con un tratto grafico rielaborativo anni ’90.
L’architettura della capitale sabauda viene infatti introiettata nella rappresentazione del fotografo, diventando proiezione della personalità dell’artista stesso.

SPAZIO 100
Via Oropa 100/A – TORINO
www.spazio100.it

26 Ottobre–7 Novembre 2013 “L’arte abbraccia il sogno” by Alessandro Maggiorino, Ella Marciello, Chiara Quaglia e Roberto Sartori

Vernissage: Sabato 26/10/13 dalle h 18.

ALESSANDRO MAGGIORINO
Pinerolo, 1985
Sceglie di mettere su tela ciò che lo circonda: la gente, la solitudine di questa società, la rabbia.
L’arte diventa così un mezzo per entrare negli spazi reconditi dell’inconscio, nel modo più diretto, quasi un’autoanalisi.
Arte che è anche medicina, terapia e riflessione.

ELLA MARCIELLO
Melfi, 1980.
Ciò che non è più, o non è ancora, esprimibile a parole assume la connotazione intrinseca che l’arte ha ai suoi occhi: svuotata da qualsiasi residuo valore formale, racchiude ogni significato nel gesto artistico, nell’atto stesso della creazione.
Trae ispirazione dal rapporto che nasce tra emozione e cromie, dalla riflessione sul corpo come spazio e strumento d’arte, dall’introspezione di accessi reconditi dell’io a visioni astratte e violente di ricordi o interazioni umane.

CHIARA QUAGLIA
Saluzzo, 1976.
Si avvicina al mondo della terracotta attratta dal fascino della terra, dalla magia del fuoco e dei colori.
Crea intensi viaggi nel tempo attraverso forme nuove, onde sinuose e colori sabbiosi protagonisti di pannelli materici, vere e proprie sculture verticali.
Le sue opere, che vanno dal bianco grezzo dell’argilla fino alle tonalità blu-marrone grazie agli ossidi, creano una circolarità temporale, sorprendenti reperti archeologici provenienti dal futuro.

ROBERTO SARTORI
Torino, 1960.
Fotografo professionista (con reportage pubblicati su numerose riviste nazionali) collabora con studi pubblicitari e agenzie di modelle.
Avendo una naturale predisposizione per la sperimentazione, lavora anche alla creazione di immagini artistiche, stampate su supporti di pregio e certificate.

Recensione dell’opera “Human nature”

Sul numero 16 del “Corriere dell’Arte” il critico Andrea Domenico Taricco recensisce l’opera di Ella Marciello.

human_nature

“Human nature è l’opera pittorica di Ella Marciello attraverso la quale esprime il proprio concetto di creatività fisica, nel senso che dipinge dapprima sul suo corpo per poi imprimere sul supporto l’effetto cromatico ottenuto con il gesto. le dinamiche informali, astratte e body-art si connaturano in un percorso performativo atto ad esaltare la componente razionale quanto quella irrazionale ed istintiva per esplodere in un’azione oggettuale sino alla reciproca integrazione dei dati costitutivi. l’effetto che ne scaturisce è unico perché il risultato visibile racchiude dilatazioni concettuali volti ad esaltare elementi inconsci e racchiusi semplicemente nella gestualità del corpo, centro motore di una grammatica espressiva rinviabile ai caratteri sonori di una musicalità che è celata allo sguardo ma insita nella forza istintiva tramutata in arte pura.”
Corriere dell’Arte, ottobre 2013, n°16, p.8